Presentatore televisivo e giornalista italiano. Cresciuto nella sua città natale,
dove si avvicinò al mondo dello spettacolo esibendosi con la storica compagnia
goliardica Baistrocchi, nei primi anni Cinquanta si trasferì a Roma, diventando,
appena ventitreenne, funzionario della RAI. Conduttore radiofonico di
Campanile
d'oro (1954), nel 1956 debuttò sul piccolo schermo nel programma
Primo
applauso, comparendo come valletto, vestito con uno smoking verde pisello,
al fianco di Silvana Pampanini, alla quale subentrò nella conduzione. Nel 1957
riscosse grande successo con
Telematch, ma la consacrazione vera avvenne
con
Campanile sera (1959-61), primo esempio di gioco collettivo televisivo in
cui
T., nelle vesti di inviato nei paesi dell'Italia settentrionale, si
segnalò per affabilità e capacità di dialogo con il mondo della provincia.
Allontanato dalla RAI per non aver impedito la caricatura di Amintore Fanfani
a opera di Alighiero Noschese, per un triennio riparò in Svizzera, dove presentò
Terzo grado. Rientrato in RAI, condusse il quiz
Il gambero e
La
domenica sportiva (1965-69), che
T. trasformò in un brillante programma
di intrattenimento. Tuttavia un nuovo "incidente" capitato nel corso della trasmissione sportiva
costò al conduttore un nuovo confino da parte della RAI, che si protrasse per otto
anni. Nel periodo di allontanamento coatto dalla TV,
T. collaborò con
quotidiani ("La Nazione", "Il Resto del Carlino"), impegnandosi nel contempo con
le nascenti emittenti commerciali (Antenna 3 Lombardia, Telealtomilanese). Nel
1977 tornò sul piccolo schermo in
Accendiamo la lampada, accanto a Raffaella
Carrà. L'occasione del grande riscatto arrivò però con
Portobello (1977-83),
il programma del venerdì sera che divenne una punta di diamante nella programmazione
RAI (più volte sfiorò la soglia dei 26 milioni di spettatori) e anticipò la TV-verità.
Nel 1982 presentò
Cipria su Retequattro. Nel giugno 1983, mentre era impegnato
con Pippo Baudo nella conduzione della rubrica elettorale
Italia parla,
venne arrestato sulla base delle accuse in un "pentito". Eletto al Parlamento europeo
(1984) nelle file del Partito Radicale, di cui venne nominato presidente (1985),
condusse una strenua battaglia giudiziaria per dimostrare la completa estraneità ai
fatti che gli venivano imputati. Nel 1987 la Corte di Cassazione, dopo anni di accuse,
carcere e processi, lo assolse con formula piena. Richiamato dalla RAI, condusse, senza
successo,
Portobello (1987) e
Giallo (1987), dopodiché fu costretto a
ritirarsi per una grave malattia che lo portò alla morte. Nel 2003, 20 anni dopo
il suo arresto, uscì il libro
Cara Silvia. Lettere per non dimenticare, raccolta
di lettere inviate dal carcere alla figlia Silvia (Genova 1928 - Milano 1988).